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Arte preistorica, per il 2021 ispirazione per creazioni moderne, Vincenzo Greco



L'Arte nella preistoria.
Oggi voglio parlarvi delle mie fonti di ispirazione. 

L'arte Preistorica mi ha influenzato tantissimo e cerco di trovare spunto creativo da tutti i periodi storici.
Con il termine arte preistorica si intendono tutte quelle manifestazioni artistiche che appartengono al periodo preistorico, dal paleolitico fino all'età del bronzo.

Il periodo preistorico si snoda per qualche milione di anni (dal 650.000 a.C. al 4000 a.C.) si conclude con la comparsa della scrittura, dividendosi in tre principali 
periodi:
1 il paleolitico,
2 il neolitico,
3 l'età del bronzo.
L'arte preistorica nel periodo del Paleolitico ha principalmente scopi magici religiosi propiziatori, mentre successivamente nel Neolitico essa acquisisce scopi ornamentali. In seguito, infatti, l'arte assumerà un valore maggiormente decorativo, sganciandosi dal mondo religioso.

Paleolitico

Venere dalle forme rotonde una delle più famose figure femminili paleolitiche.

La maggior parte dei primi oggetti prodotti dall'uomo ai quali si possa attribuire una validità artistica risalgono alle culture collocate tra Musteriano e Aurignaziano circa 30000 - 40000 anni fa, durante il paleolitico dell'Homo sapiens 
e neanderthal. Si riconosce una intenzionalità artistica quando nell'oggetto non si ritrova un'utilità pratica evidente. Una forte capacità creativa e fantasiosa di cui l'espressione "artistica" è solo una delle forme, è stata forse uno dei motivi della superiorità di uomini quali i Cro-Magnon sulle altre specie umane allora concorrenti.

Essendo gli uomini di quella fase prevalentemente raccoglitori e cacciatori che vivevano a strettissimo contatto con la natura, i loro primissimi oggetti artistici riproducevano animali selvaggi e scene di caccia, con significati probabilmente anche religiosi magici. L'arte del paleolitico, che a noi è arrivata è per lo più composta da pitture murali (in grotte e caverne) e piccole sculture rappresentanti entità femminili, scolpite e incise in materiali come corno, osso, avorio, pietra, lavorate con una pietra di selce acuminata. Purtroppo eventuali oggetti in pelle, legno, vestiario o altri materiali deperibili sono andati irrimediabilmente perduti, così come il patrimonio culturale orale.

Oltre all'ipotizzato obiettivo di propiziare la caccia, questi oggetti a noi arrivati hanno certamente  avuto una valenza positiva su eventi come le nascite e le attività intrinseche alla sopravvivenza: nelle rappresentazioni femminili sembrerebbero accentuate le caratteristiche di fecondità con i fianchi, i seni e ovviamente il ventre pronunciati. Nei dipinti rupestri sono raffigurati animali caratterizzati da un valore simbolico molto alto , ma che noi non riusciamo a decifrare (bisonti, mammuth, cavalli). Gli animali erano spesso ritratti isolati, con impasti di sangue misti a terre rosse e gialle e grasso animale. Nelle pitture più elaborate vengono anche rappresentate più scene in successione della battuta di caccia, estremamente rare. Gli animali "raffigurati" in uno spazio indefinito, a volte sovrapposti.

Sorprende è la grande abilità tecnica di chi ha eseguito tali dipinti, pur essendo disegni  primitivi. Sin dai primi schizzi si notano tridimensionalità, prospettive insolite, maestria nell'uso delle sfumature del colore, nell'utilizzare le forme del terreno e nel delineare le sagome. Tanto più sorprendente se si considera che i dipinti venivano eseguiti in posizioni scomode, usando materiali deperibili e illuminati dalla luce tremolante di torce.

Grande attenzione era concessa al ritratto degli animali, inesistenti sono invece i riferimenti naturalistici ( paesaggi, alberi, ) e anche rare figure umana - anatomie esatte in pose essenzialmente espressive o con tratti semiumani, come nella scena del pozzo di Lascaux. Solo nelle statuette si dava maggior risalto ad alcune parti del corpo umano, ma, come nel caso delle statuette legate alla fertilità (le famose Veneri preistoriche o le sculture falliche), era probabilmente un qualcosa legato comunque a un preciso scopo riproduttivo. Fra queste la più nota è la Venere di Willendorf, risalente al paleolitico superiore, di piccole dimensioni (11 cm di altezza) in cui i glutei, i seni, il ventre sono accentuati e una particolare assenza del viso.


Da segnalare l'impronta della mano dipinta in molte grotte, forse il primo segno di "individualità" nella storia dell'uomo.
Murales della Preistoria in Cuba, arte rappresentativa moderna.
Grotta di Altamira, Spagna.
Laas Gell, Hargheisa, Somalia.
Mano a negativo (ottenuta soffiando il pigmento), Grotta del Pech-Merle, Lot, Francia.
Giraffa, Acacus, Libia.

Neolitico.


Vaso a decorazione geometrica (replica), Museo Arqueológico Nacional de España, Madrid.
Nel neolitico, o "nuova età della Pietra", (4000 a.C.- al 3000 a.C.) si ebbe il fondamentale passaggio all'agricoltura ed all'allevamento, con gli individui organizzati in villaggi.
Risale a questo periodo l'attenzione al sole, alle stagioni, ai fenomeni atmosferici. Risalgono a questo periodo i primi oggetti in argilla (in molte regioni di Asia ed Europa), gli utensili domestici e soprattutto vasi ed anfore, dove comparvero animali e figure umane stilizzate. Le raffigurazioni di drammatica narrazione delle scene di caccia vanno a sparire, lasciando il campo ad una decorazione di oggetti con disegni geometrici e piuttosto rigidi. La figura umana disegnata viene ancora maggiormente stilizzata. Alcuni segni rapidi e ripetuti sono indicati come i possibili primi passi verso una scrittura per immagini forme geroglifiche. Una forma di comunicazione espressiva extralinguistica è rappresentata dall'arte pittorica parietale in grotta, il cui più importante esempio è costituito dai circa 3000 pittogrammi in ocra rossa e guano di pipistrello presenti in una cavità ipogea di Porto Badisco nel Salento in Puglia con rappresentazioni di scene di caccia ai cervi (da cui il nome della Grotta), immagini antropomorfe e zoomorfe stilizzate, oggetti d'uso, simboli magici e numerose forme geometriche astratte del tutto misteriose databili tra i 6000 e i 5000 anni addietro.

Risalgono a quest'epoca le prime incisioni rupestri della Val Camonica, che nel corso dei secoli sarebbero arrivate a contare oltre cento quarantamila petroglifi.

Età del bronzo

Dal III millennio a.C. si svilupparono le tecniche di fusione del bronzo, basilari nell'elaborazione di utensili e armi da caccia e da guerra. Nell'uso del bronzo ritrovarono un materiale più duttile e malleabile, ma soprattutto molto più duro del rame.



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