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Scultura Monoliti di Legalità: l’urlo silenzioso del Giudice Rosario Livatino sotto la protezione di Dio “Sub tutela Dei” artista Vincenzo Greco

Monoliti di Legalità: l’urlo silenzioso del Giudice Rosario Livatino sotto la protezione di Dio
“Sub tutela Dei” — sotto la protezione di Dio. Non sono semplici parole. Sono una dichiarazione di vita, una scelta di fede, un atto di coraggio che ancora oggi vibra potente. Rosario Livatino, il giudice ragazzino, ci ha lasciato con il suo esempio un testamento che non si spegne mai !


La mia scultura "Monoliti di legalità" vuole essere un ponte tra memoria e coscienza civile. Un’immagine forte, quasi brutale: un pugno chiuso che stringe con violenza la figura del giudice. Quel pugno è il simbolo del male, della mano oscura della malavita che tenta di soffocare la giustizia, riducendo l’uomo a un grido sofferente.
Eppure, proprio in quel grido, c’è la rivelazione.
È un urlo che squarcia il silenzio, un’eco che risuona oltre la morte:
“La mia voce continua a parlare. La mia missione non si è fermata. Io vivo ancora, nella coscienza di chi lotta per la legalità.”
Questa doppia dimensione — dolore e speranza — attraversa tutta l’opera. Sullo sfondo la sofferenza intrappolata nelle mani della malavita, in primo piano sul monumento si nota la serenità di un volto che, pur piegato, resta luminoso.
Sereno, perché è davvero "sub tutela Dei".
Nonostante l’odio, c’è la protezione divina, ci sono quei tre puntini al centro della scultura che rappresentano la Trinità: il mistero di un Dio che consola, che accoglie, che dà senso anche al sacrificio più ingiusto.


La metafora diventa chiara: come i monoliti resistono al tempo e al vento, così i valori di giustizia, onestà e fede restano indistruttibili.
Il pugno della mafia può colpire, ma non potrà mai cancellare la luce di chi ha scelto di vivere nella verità.
E allora, cosa rivela oggi la mia scultura in questo video?
Ci ricorda che il male esiste, che le mani della criminalità cercano ancora di stringere forte la nostra società.
Ma ci invita anche a rispondere con un urlo collettivo, con la voce di tutti noi:


“La legalità non muore, la speranza non si spegne, la verità vive.”
Ogni cittadino è chiamato a diventare monolite: saldo, incorruttibile, radicato. Perché solo così la memoria di uomini come i giudici Livatino o Saetta non resteranno solo un ricordo, ma diventerà seme di giustizia.
Un particolare ringraziamento va anche a a Viktoria Blank
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