Scopri cosa ci attende dopo il Covid-19: una nuova idea umanitaria "La bellezza salverà il mondo" di Vincenzo Greco
La famosa frase «la bellezza salverà il mondo», si riferiva alla bellezza della bontà. Così la frase acquista tutto il suo significato. Il mondo si salverà quando la bella bontà tornerà ad essere una meta.
La bellezza, nell'arte nella letteratura si riferisce quasi sempre alla figura femminile a madre-terra . La Madonna è la bellezza per antonomasia, Beatrice è colei che salva Dante portandolo alla visione di Dio. La donna bella perché buona è colei che guida l’uomo al senso vero dell’esistenza come Madre-terra ci nutre e ci dà vita tutti giorni.
Da tempo la nostra epoca, postmoderna si è ammalata di brutalità perché rifiuta l’ideale del buonanotte universale. La donna scorretta è simbolo della decadenza di un’epoca intera. Perciò oggi c’è bisogno di una nuova bellezza e non quella delle icone della pubblicità. C’è qualcosa di stolto nella ricerca perfezione aberrante, della perfezione a scopo economico e personale…
Si intuisce che l’umanità ha bisogno che la nuova società post covid aspiri alla bellezza vera, quella che deriva dalla bontà. Allora saprà condurre l’umanità alla realizzazione di se stessa migliore e saprà canalizzare la sua forza virile nel compimento di grandi imprese per il benessere comune. L’amore è la bellezza che salverà il mondo.
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Con l'apparizione del Coronavirus, l'uomo è stato chiamato ad affrontare una crisi globale, destinata a cambiare la società in modo completamente diversa quando tutto sarà passato. Il fenomeno di portata internazionale provoca cambiamenti epocali. Per capire il futuro che ci aspetta, a partire dai modi in cui l'umanità sta reagendo alla eccezionalità di questi giorni, ci siamo posti alcune domande. Un invito a riflettere sulla nostra idea di umanità e sull'urgenza di attuare una vera e propria rivoluzione culturale. “se questa pandemia non ci fa riflettere su certe questioni, diventa ancora più dannosa: sia dal punto di vista medico-sanitario, sia dal punto di vista culturale”.
Certamente l'urbanizzazione e l'accelerazione degli ultimi anni della comunicazioni online tramite strumenti digitali, hanno in qualche modo ridotto i nostri contatti in presenza. Questa situazione comporta una forte perdita di empatia e questo contribuisce a far perdere il senso di comunità, forse a un senso di “Amore universale”. Oggi, in questa contingenza legata al coronavirus, c'è un cambiamento strano. Da un lato, siamo costretti a tenere lontani i rapporti con gli altri e in qualche caso ci accorgiamo di quanto possa essere limitativo. A questo proposito, mi viene in mente la famosa frase di Carlo Cattaneo, che disse che la libertà è come l'aria, ci si accorge del suo valore solo quando viene a mancare.
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In questo periodo anche i bambini vogliono tornare a scuola, per cui ora ci accorgiamo che questa società in realtà scontata non è. Identità, reciprocità, fiducia sono parole che appartengono alla comunità, le cui fondamenta sono state progressivamente scalfite da un sistema socio-economico fondato sull'individualismo estremo.
Sicuramente a breve ci sarà un senso di comunità una riscoperta delle relazioni interpersonali. Relazioni vere, cioè empatiche.
Questa è una dimensione fondamentale, il dialogo, la conversazione, il parlarsi uno difronte all'altro, lo scambio, il fatto di andare in profondità con i rapporti.
Oggi, si parla tanto di comunità in un momento in cui siamo chiusi in casa, ne parliamo proprio perché ci stiamo accorgendo di quanto è importante quella dimensione, che magari prima non avevamo preso in considerazione e che adesso, invece, ci appare totalmente importante.
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Dobbiamo riflettere sul fatto che la natura è comunque più potente di noi e che noi, intesi sempre come umani, siamo una parentesi nella storia del Pianeta, probabilmente neanche troppo importante.
E questa è già una riflessione interessante sui nostri comportamenti. In un'epoca in cui costruiamo muri per dividere le persone e costruiamo sempre l'idea dell'altro, del diverso, arriva un virus che ci trasforma improvvisamente in persone tutte uguali con un problema comune.